Il termine stress è entrato nel dibattito scientifico, appena dopo la seconda guerra mondiale, in seguito agli studi del fisiologo Hans Selye. Il medico austriaco osservò che l’organismo, dinanzi a stimoli capaci di alterarne l’omeostasi interna, reagiva con un’attivazione generalizzata dell’asse ipotalamo-ipofisi-midollare del surrene capace di ricondurre l’organismo stesso ai suoi normali livelli di funzionamento. Per esempio, notò come un calo repentino della temperatura esterna suscitava questa risposta di adattamento dell’organismo che tendeva poi a scomparire autonomamente una volta raggiunto nuovamente l’equilibrio interno. Ben presto, dopo questa iniziale scoperta di Selye, fu rilevato come la risposta di stress dell’organismo fosse attivata anche da moltissimi stimoli di natura psicologica, quali la morte di una figura significativa, le malattie, problemi lavorativi, difficoltà relazionali ect. Le controindicazioni della risposta da stress sorgono nel momento in cui tale risposta difensiva dell’organismo persiste nel tempo senza che vi sia una risoluzione dello stimolo psicologico che ha attivato la risposta somatica allo stimolo stressante. In parole semplici, se la persona non riesce a trovare un nuovo equilibrio esistenziale, rispetto alle difficoltà psicologiche che hanno attivato l’organismo, la risposta da stress diventa cronica e, con il passare del tempo, crea problemi sia somatici che psichici. Da un punto di vista somatico è ampiamente documentato che la risposta da stress predispone l’insorgere di malattie gastroenteriche e cardiovascolari, mentre da un punto da vista psicologico ci sono molte evenienze di come questa reazione globale di allerta favorisca il manifestarsi di cefalee, stanchezza cronica, ansia e depressione.
Tuttavia nel linguaggio d’ogni giorno la parola “stress” è usata, non per indicare una spia di possibili difficoltà a cui bisognerebbe far fronte, bensì per descrivere uno stile di vita caotico, frenetico, pieno di impegni che diviene una giustificazione dello stress stesso. “Non riesco a dormire, sono sempre stanco e ho mal di testa…” “Non ti preoccupare, sarà solo un po’ di stress…”, è la tipica discussione che ognuno di noi può ascoltare tra due persone qualunque, incontrate chissà dove.
In realtà ogni qualvolta la risposta da stress diventa cronica è necessario intervenire. Limitando il nostro discorso ad aspetti psicologici, possiamo dire che le risposte da stress causate da stimoli psicologici vanno necessariamente affrontate in maniera psicologica. In ambito psicologico, è stato riscontrato che esistono due grandi categorie di situazioni esistenziali stressanti: in una l’individuo percepisce una forte discrepanza tra le proprie aspettative, speranze, progetti, e la realtà; nell’altra la persona tende ad allontanarsi troppo dalla propria natura. Un esempio della prima categoria potrebbe essere rappresentato da un neo laureato che dopo anni trascorsi a studiare vede mortificate le sue aspirazioni professionali. Un esempio tipico della seconda della seconda categoria potrebbe essere sempre uno studente, appena diplomato, che deve scegliere se lavorare o continuare a studiare, e che nel decidere viene condizionato da molti fattori, familiari, sociali, economici, che lo portano a non seguire i propri interessi e le proprie inclinazioni. In entrambe le situazioni, la persona dovrebbe riuscire a trovare, come già accennato in precedenza, un nuovo equilibrio complessivo della personalità. Come? Dentro la stanza di consultazione psicologica, i giovani dei nostri esempi, verrebbero aiutati nel trovare un maggiore equilibrio tra aspetti interni ed esterni. Il primo ragazzo del nostro esempio potrebbe essere portato a trascurare qualche aspetto decisivo della realtà esterna, mentre il secondo potrebbe non vedere cosa è veramente in grado di appagare i suoi bisogni più intimi. In ambito terapeutico chiedersi come si bilanciano fattori interni ed esterni, aspetti introversi ed estroversi diremmo in termini junghiani, facilita nel trovare soluzioni creative ai propri conflitti, ed ha, in linea più generale, un effetto benefico sul complesso della personalità perché permette di divenire più consapevoli delle proprie risorse, dei propri bisogni e di quanto ci circonda. Concludendo questo breve articolo, possiamo dire che lo stress non è quindi necessariamente un qualcosa di esclusivamente negativo, può anzi essere l’occasione per crescere e riflettere, ma lo diventa se non viene affrontato con coscienzioso equilibrio.